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Orchestrazione Virtuale e Lettura della Partitura

L’analisi approfondita di opere musicali, che includa la definizione della loro forma, della loro organizzazione temporale, delle loro componenti melodiche, armoniche e ritmiche, oltre a facilitare la comprensione dei repertori musicali classici e contemporanei, consente anche di fornire, al compositore, le necessarie basi di riferimento del proprio processo creativo, quasi attraverso una sorta di “autoanalisi” delle proprie composizioni (niente paura, non dovremo rivolgerci ad uno psicologo, almeno per ora!).

In ambito di musica orchestrale, nell’accezione più ampia del termine, il principale strumento di analisi è appunto la “lettura della partitura”, la quale può essere praticata attraverso vari livelli di complessità.  Le istituzioni accademiche prevedono corsi specifici dedicati proprio a questa “disciplina”, per altro obbligatoria relativamente agli studi di composizione e direzione d’orchestra, destinata all’apprendimento progressivo di metodi di lettura di partiture per vari organici, dai brani per voce e pianoforte, agli ensemble vocali fino alle grandi formazioni sinfoniche, lettura che viene effettuata solitamente tramite l’ausilio di pianoforte o di strumenti a tastiera, indispensabili al “trattamento” della scrittura orchestrale.  Poiché il nostro fine non è quello di arrivare a dirigere la Filarmonica di Berlino ma di padroneggiare la scrittura orchestrale quanto basta alla realizzazione di brani orchestrali virtuali dal suono realistico e dinamicamente bilanciato, potremo procedere tramite un approccio semplificato, tenendo conto che la realizzazione di ogni cosa, come sempre, non può prescindere dalla conoscenza di chi l’ha realizzata prima. Per tale motivo, sarebbe bene diffidare sempre di quanti propongono corsi di orchestrazione virtuale sostenendo che non è affatto necessaria una minima capacità di lettura delle partiture. Anche se oggi esistono librerie orchestrali semplificate dette “Phrase-based”, basate appunto su elementi musicali pre-prodotti, già eseguiti  e orchestrati, accessibili anche a chi non ha preparazione musicale specifica, tanto più approfondita sarà la capacità di leggere e interpretare le partiture altrui  tanto maggiore sarà la possibilità di conferire alle nostre composizioni il suono orchestrale desiderato.

Partiamo dal fatto che, per comprendere il contenuto di una partitura orchestrale, avremo bisogno di tre elementi indispensabili:

  • capacità di lettura della chiave di violino e di basso;
  • capacità di lettura della chiave di contralto (accidenti alle viole, ma proprio là in mezzo devono suonare…);
  • capacità di interpretare gli strumenti traspositori (“annidati” nelle sezioni “Legni” e “Ottoni”).

Innanzitutto l’esame di una partitura per orchestra, per forza di cose, dovrà passare attraverso una lettura “orizzontale”, che consenta di individuarne la struttura, le sezioni di cui si compone, temi, elaborazioni, variazioni, transizioni, ecc. e una lettura “verticale”, il cui scopo principale sarà quello di individuare gli aggregati armonici distribuiti nei vari strumenti.

Nel seguente esempio utilizzeremo un estratto dalla Fantasia-Overture “Romeo and Juliet” di Tchaikovski. La figura seguente mostra le misure iniziali del tema principale. Nel nostro caso, il punto di partenza è rappresentato dall’ascolto diretto della partitura, tramite una delle tante versioni disponibili in rete, anche in forma di video sulla piattaforma youtube.

es part

 

L’ascolto diretto, simultaneamente alla visualizzazione della partitura, ci aiuta innanzitutto a distinguere ed evidenziare le varie parti di cui si compone la partitura, ognuna con una funzione specifica. Utilizzando come criterio principale l’individuazione di parti strumentali accomunate da raddoppi e unisoni e da sequenze omoritmiche, in questo esempio,  possiamo distinguere fino a quattro funzioni, come spesso avviene nelle opere di Tchaikowski: 1) melodia, 2) armonia, 3) movimento, 4) contrappunto,

Parte 1  = Melodia (archi + ottavino)

Partit. Melodia

Parte 2  = Armonia (Cb. + Fagotti + Tuba + Corni 3-4)

Partit. Basso

Parte 3  = Movimento (Flauti + Oboi + Clarinetti + Corno inglese)

Partit. Movimento

Parte 4  = Contrappunto (Corni 1-2)

Partit. Contrapputo

La lettura “orizzontale” può essere avviata inizialmente suonando una linea di melodia (nell’immagine i violini secondi, in rosso) con la mano destra, poi unendo il basso e successivamente le note di completamento dell’accordo con la mano sinistra (tuba + corni 3-4 opportunamente trasposti, in verde). In un secondo momento possiamo aggiungere alla mano sinistra anche la linea di contrappunto (in blu) eseguita dai primi due corni (anch’essi trasposti), adattando le distanze delle voci alla possibilità della mano.

lett orizz.

Infine la lettura “verticale”, che consente di capire il “sostegno” armonico e che va effettuata avanzando misura per misura. Essa è solitamente più impegnativa della precedente, dal momento che richiede di considerare la sovrapposizione completa di numerose parti strumentali da cui ricavare la tipologia di accordi impiegata nel brano. Nell’immagine, cerchiati in blu, le parti degli strumenti traspositori di cui 2 clarinetti in La, 1 corno inglese, 4 corni in Fa, 2 trombe in Mi (naturale).

lett vert.

 

2 comments

Salve, nella quinta sinfonia di Tchaikovsky il finale inizia in mi maggiore, perché il corno in fa non ha nessuna armatura in chiave?
Grazie

Tradizionalmente le parti dei corni non riportano mai l’armatura di chiave in quanto renderebbe troppo complicato l’utilizzo del doppio canneggio, in fa e sib, di cui sono dotati gli attuali strumenti impiegati in orchestra. Perciò risulta molto più pratico riportare le alterazioni sulle singole note di ogni pentagramma destinato ai corni.

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